da Redazione Risoitaliano 1 | 2 Ago 2022 | NEWS
In parte previste dai modelli previsionali sono arrivate precipitazioni sotto forma di temporali anche violenti. Uno degli episodi più estremi ha interessato il nostro Oltrepò orientale dove in meno di due ore sono caduti oltre 105 mm di pioggia (105 litri per metro quadrato). La pioggia ha causato importanti smottamenti e danni a vigneti e a strutture anche per la presenza di grandine e fortissimo vento.
Gravi episodi di maltempo hanno interessato anche le pianure della nostra provincia, la porzione più occidentale della Lomellina non ha avuto precipitazioni significative. Prosegue la grave siccità solo in parte attenuata dagli eventi estremi di lunedì 25 e martedì 26 luglio. Solo nella giornata di mercoledì 27 alcuni canali irrigui hanno visto un aumento delle portate.
Purtroppo, ormai, soprattutto nella Lomellina centro orientale e nel Pavese, i danni si contano su migliaia di ettari, con diffuse sofferenze su riso, soia e addirittura girasoli. Il mais è in fase di trinciatura con importanti e gravi minori produzioni con inevitabili ripercussioni zootecniche e agroenergetiche. In questo scenario ormai noto a tutti, è emersa una importante e, per molti aspetti grave, anomalia. Nonostante la gravissima siccità in essere, il nullo accumulo nevoso e la priorità all’uso dell’acqua per usi idropotabile e agricolo, tra il 12 giugno e il 17 luglio gli invasi idroelettrici piemontesi e valdostani hanno aumentato il loro riempimento di oltre 20 milioni di metri cubi. Si è sottratta così una portata alla pianura lomellina e pavese di circa 7000 litri al secondo.
Proprio in quei giorni si imponeva un rilascio di 25 m³/s al lago Maggiore per contrastare la risalita del cuneo salino, sottraendo portate all’agricoltura, mentre si invasavano i serbatoi idroelettrici! Questi dati sono emersi analizzando i documenti pubblicati nel corso dell’osservatorio tenuto presso l’Autorità di Bacino per il Po lo scorso 22 luglio.
Riportiamo quanto desumibile dagli schemi derivazione pubblicati proprio il 22 luglio scorso sul sito dell’Autorità di Bacino per il Po.
Gran parte dell’incremento di stoccaggio è avvenuto nei serbatoi sul bacino della Dora Baltea. Nessuno può negare l’attuale emergenza energetica ma una saggia e corretta gestione delle risorse e del mix energetico nazionale avrebbe permesso di turbinare questi 20 milioni di m³ garantendo così produzione idroelettrica che avrebbe potuto sostituire produzione di termogas. Così si sarebbe stoccato il gas nelle riserve che al momento sono a circa il 70 % della capienza, turbinando e producendo energia si garantiva portata all’agricoltura e al contrasto del cuneo salino. Con 7000 litri al secondo di portata irrigua nel mese di giugno e luglio si sarebbero sicuramente limitati i gravi danni che stanno colpendo prevalentemente la provincia di Pavia.
Non è più rinviabile l’adozione di un protocollo unitario di gestione della risorsa irrigua che preveda la costante condivisione di tutti i dati idrometrici del sistema e introduca nuovi criteri di riparto della risorsa irrigua nei consorzi e tra consorzi. Il protocollo unitario dovrebbe tenere conto anche della complessità della rete e della distanza delle utenze dal punto di captazione della risorsa dalla rete fluviale, introducendo appositi fattori correttivi che aumentino il peso delle dispense in funzione della distanza dai punti di captazione.
La necessità di un fattore correttivo per le utenze di valle è elemento noto da anni, amplificato talvolta dalla presenza di centrali idroelettriche sulle aste dei canali che, pur non sottraendo risorsa, ne amplificano le oscillazioni per le utenze di valle. La siccità 2022 ha dimostrato come i criteri e i paradigmi del secolo scorso non sono più coerenti con l’attuale scenario e come urga una rivisitazione complessiva dei regolamenti e dei protocolli gestionali.
Altra importante criticità sta emergendo per quanto riguarda la falda. Criticità assolutamente attesa stante la situazione. La ricarica della falda è condizionata dalla scarsità della risorsa irrigua e, alla stazione di misura considerata, evidenza un deficit rispetto al 2021 di quasi un metro rispetto ad un aumento di 1,65 m. Il trend è in peggioramento con un deficit che aumenta di oltre 3 cm al giorno.
Per evitare che gli strascichi di questa siccità si protraggano troppo nel 2023 occorre, come già scritto, prevedere azioni straordinarie di sommersione invernale entro la prossima primavera così da limitare la fisiologia decrescita invernale della falda che, stante il dato di picco estivo previsto e drammaticamente basso, può condizionare in modo pesante la prossima stagione irrigatoria estiva.
Si è analizzata la situazione dell’accumulo nevoso al 28 luglio dell’ultimo quindicennio a diverse quote comprese tra 1300 e 2800 mslm, sul massiccio del Monte Rosa solo per palesare ulteriormente l’eccezionalità di questa annata in quanto gli accumuli sono già tutti compromessi da 2 mesi. Si tratta, a fine luglio, di dati poco significativi. La seguente tabella riporta i dati osservati:
Analizziamo la situazione del lago Maggiore, dove tutti gli indicatori evidenziano una situazione, anche qui, assolutamente eccezionale nella sua drammaticità. Il Lago è in costante calo, calo amplificato nei fine settimana in quanto gli afflussi si azzerano per la mancata produzione idroelettrica e l’assenza di scioglimento nivale.
Negli ultimi fine settimana si sono ripetuti fenomeni di ripompaggio dell’acqua dal lago ai serbatoi idroelettrici, evento che ha portato ad avere afflussi negativi. Un comportamento oggettivamente inopportuno soprattutto in questo contesto, pur considerato che la risorsa idrica non viene sottratta al sistema. Le piogge di questi giorni hanno dato scarso contributo al lago e l’autonomia è ormai al limite dei pochi giorni in assenza di precipitazioni significative o di rilasci idroelettrici imponenti. Si riporta di seguito il grafico visionabile sul sito laghi.net:
Attualmente le derivazioni sono ridotte di oltre il 50 % rispetto al dato dello scorso anno a pari data. Questa riduzione, che ha determinato turnazioni, ha riflessi inevitabilmente ben superiori sulle utenze finali.
n una scala di allarme da 0 a 5, dove 5 rappresenta la massima allerta, l’attuale livello idrometrico, se valutato insieme alla scarsità di accumulo nevoso valutato il periodo, determina un’allerta 5.
Confagricoltura Pavia prosegue nel monitoraggio quotidiano della falda in una sezione rappresentativa al termine della pianura risicola irrigua in prossimità del salto di terrazzo della valle del Po, in corrispondenza della confluenza del Sesia a Sartirana Lomellina.
Nella stazione di misura, dopo un importante rallentamento riscontrato a fine giugno, la falda che aveva ripreso a crescere in modo significativo, ha ormai da oltre 10 giorni rallentato in modo imponente e preoccupante la ricarica perdendo ogni giorno 3 cm rispetto allo scorso anno. Ad oggi, il deficit di risalita rispetto al 2022 è di circa 95 cm, con trend purtroppo in aumento.
Nel grafico si può vedere come l’andamento più depresso e lento del 2022 rispetto al 2021.
Combinando gli indici dell’ipotetica scala di allarme derivanti da accumulo nevoso, invasi lacuali e falda, si ottiene un fattore 15 su un massimo di 15. Un costante indice di allarme assoluto. Autore: Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia
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